Storia della Chiesa
Leman Copley e gli Shaker


“Leman Copley e gli Shaker”, Rivelazioni nel contesto (2016)

“Leman Copley e gli Shaker”, Rivelazioni nel contesto

Leman Copley e gli Shaker

DeA 49

Immagine
Shakers nei pressi di Lebanon, stato di New York

Nella primavera del 1831, un ricco agricoltore di nome Leman Copley si unì alla giovane Chiesa di Cristo (com’era conosciuta allora la Chiesa). La sua fattoria a Thompson, nell’Ohio, era distante solo pochi chilometri a nord-est del paese di Kirtland, da poco istituito quale nuova sede della Chiesa.

Prima della sua conversione, per molti anni Copley era stato un membro della Società Unita dei credenti nella Seconda Apparizione di Cristo. I membri di questa setta erano comunemente noti come Shaker perché i loro servizi di culto includevano una forma di danza estatica. Senza dubbio, le molte similitudini tra le dottrine shaker e quelle mormoni attrassero Copley. Le due confessioni condividevano la fede in un’apostasia generale, nella profezia moderna, nell’arbitrio dell’uomo e nell’ideale di una vita comunitaria. Differivano in maniera notevole, tuttavia, su altri aspetti importanti.

Gli Shaker non ritenevano che il battesimo, o qualsiasi altra ordinanza, fosse essenziale per la salvezza. Essi credevano che Gesù Cristo avesse già compiuto la Sua seconda venuta sotto forma di Madre Ann Lee (1736-84), una delle prime dirigenti Shaker. Alcuni praticavano il vegetarianismo. I Mormoni e gli Shaker divergevano anche sulla visione che avevano del matrimonio e dei rapporti sessuali: i Credenti (come si auto‑definivano gli Shaker) devoti insistevano sulla necessità del celibato assoluto, da loro indicato come “prendere la croce”.

Questi due gruppi religiosi si erano incontrati per la prima volta l’inverno precedente, quando un gruppo di missionari mormoni — che includeva Oliver Cowdery e Parley P. Pratt — si fermò brevemente presso l’insediamento Shaker di North Union, nell’Ohio, mentre erano diretti verso il Missouri. La comunità di North Union si trovava a soli 24 chilometri a sud‑ovest di Kirtland.

Cowdery si presentò al dirigente degli Shaker, Ashbel Kitchell, come “un assistente nella traduzione della Bibbia d’oro” e come uno dei tre testimoni della visita di un angelo che ne aveva attestata la veridicità. Kitchell permise a Cowdery di condividere il suo messaggio durante una delle riunioni della comunità.1

Dopo due notti trascorse a North Union, Cowdery e i suoi compagni proseguirono il loro cammino, ma non prima di aver lasciato sette copie del Libro di Mormon a Kitchell. I missionari avevano completa fiducia “nella virtù dei loro libri, nel fatto che chiunque li avesse letti, si sarebbe […] pienamente convinto della verità di ciò che contenevano”. Dopo questo primo incontro, gli Shaker e i Mormoni in Ohio rimasero in buoni rapporti, impegnati nel “commercio e in altri atti di buon vicinato”, a detta di Kitchell. I loro scambi amichevoli, tuttavia, stavano per essere messi alla prova.

Una rivelazione per gli Shaker

Prima di unirsi ai Mormoni, Leman Copley aveva frequentato gli Shaker di North Union, forse anche le loro riunioni, sebbene non si fosse immerso pienamente nella loro austera vita comunitaria. Il fatto che vivesse a 56 chilometri di distanza dalla comunità e che fosse rimasto sposato offre qualche indicazione riguardo al suo livello di impegno verso i principi degli Shaker. Pur essendo chiaramente attratto da alcuni dei loro insegnamenti e, forse, dal loro modo di adorare, egli non vi partecipava pienamente. Infatti, Kitchell rimproverò Copley per aver rifiutato una vita di celibato e “aver accolto il mormonismo in quanto strada più facile”.

Come tutti i primi convertiti mormoni, Copley portò con sé tradizioni e atteggiamenti plasmati dalla sua precedente esperienza religiosa. Joseph Smith parlò con Copley poco dopo la sua conversione e notò che egli “sembrava di intento sincero, nonostante conservasse l’idea che gli Shaker avessero ragione su alcuni particolari della loro fede”2. In seguito, John Whitmer notò che Copley “era ansioso che alcuni degli anziani andassero a predicare il Vangelo ai suoi ex fratelli”. Addirittura, “insistette per essere ordinato a predicare egli stesso”3.

Sabato 7 maggio 1831, Copley decise di fare visita a Joseph Smith — che all’epoca viveva vicino Kirtland, nella casa del suo amico Isaac Morley.4 Sebbene non si abbia traccia della loro conversazione, è probabile che Copley sperasse di avere dei chiarimenti su determinate credenze degli Shaker e che forse suggerì l’idea di svolgere una missione a North Union. Come risultato di questa riunione, Joseph Smith ricevette la rivelazione ora canonizzata come Dottrina e Alleanze 49. Questa rivelazione affrontava in modo autorevole le differenze dottrinali tra le due confessioni religiose Iniziava rimproverando gli Shaker: “Essi desiderano conoscere la verità in parte, ma non tutta, poiché non sono retti dinanzi a me e hanno bisogno di pentirsi”.

Riaffermando che il battesimo è indispensabile, la rivelazione prosegue condannando diverse dottrine care agli Shakers, dichiarando che il matrimonio è ordinato da Dio, che gli animali sono stati dati all’uomo come cibo e per vestiario, e che “il Figlio dell’Uomo non viene sotto forma di una donna, né di un uomo che cammina sulla terra”5.

Nella rivelazione, il Signore chiamò Copley, insieme a Sidney Rigdon e Parley P. Pratt, a predicare il Vangelo ai suoi fratelli e sorelle a North Union. Sebbene tutti e tre conoscessero i principi degli Shaker, Copley era molto meno esperto dei suoi due colleghi come predicatore e missionario. Il suo manifesto interesse a predicare ai suoi amici Shaker avrebbe implicato chiamare al pentimento proprio coloro che lo avevano deriso a causa di quella che essi ritenevano una scarsa devozione religiosa. Forse, egli sperava di dimostrare la vera sostanza della sua nuova fede. In ogni caso, Copley acconsentì a rispettare fedelmente il comandamento di “ragionare con” gli Shaker contenuto nella rivelazione.6

La missione a North Union

Quindi, con in mano la rivelazione, Rigdon e Copley partirono per North Union quasi immediatamente. Vi giunsero quello stesso giorno e furono ricevuti con cordialità da Kitchell e dai suoi seguaci. Trascorsero la serata insieme, dibattendo i relativi meriti delle loro religioni e ciascuno, probabilmente, ritenne di aver avuto la meglio nella discussione.

La mattina seguente, Kitchell propose a Rigdon e Copley che nessuno “[imponesse] la propria dottrina sull’altro, in [quel] momento”. Rigdon aveva programmato di leggere la rivelazione agli Shaker durante il loro servizio di culto, quel giorno, ma decise di restare in silenzio e “sottomettersi all’ordine del luogo”.

Poco prima dell’inizio della riunione, Parley P. Pratt arrivò a cavallo a North Union. Dopo aver appreso della risposta sottomessa di Rigdon alla proposta di Kitchell, l’impetuoso Pratt insistette affinché “non [gli] prestassero attenzione, poiché erano venuti con l’autorità del Signore Gesù Cristo, e le persone [dovevano] prestarvi ascolto”.

I missionari si sedettero in silenzio fino a quando la riunione non terminò. Mentre le persone si alzarono per uscire, Rigdon “si alzò e dichiarò di avere un messaggio dal Signore Gesù Cristo a questo popolo; poteva avere il privilegio di trasmetterlo?” Con il permesso di Kitchell, egli lesse la rivelazione nella sua interezza e chiese se potessero continuare a predicare come indicava la rivelazione.

Kitchell, mantenendo la sua indignazione sotto controllo, rispose che non accettava il messaggio e che “rilasciava loro e il loro Cristo da qualsiasi ulteriore obbligo nei [loro] riguardi, assumendone su [se] stesso tutta la responsabilità”. Rigdon lo interruppe, dicendo: “Questo non può farlo; io desidero udire la voce della gente”. Quando Kitchell permise agli altri presenti di esprimere la propria opinione, tuttavia, anch’essi affermarono “di essere pienamente soddisfatti di ciò che avevano”.

Rigdon mise stoicamente da parte la rivelazione, rassegnato al fatto che la loro missione fosse stata infruttuosa. Pratt, d’altro canto, non intendeva rinunciare così facilmente. Si alzò, secondo quanto raccontò Kitchell, e si scosse la polvere dalle falde della giacca “come testimonianza contro di noi, del fatto che avevamo rifiutato la parola del Signore Gesù”. Così facendo, Pratt stava seguendo l’ingiunzione di Gesù ai Suoi discepoli descritta nei Vangeli,

ma Kitchell non poteva tollerarlo. Giunto al limite della sopportazione, il dirigente Shaker attaccò Pratt proprio davanti agli occhi della propria congregazione, dicendo: “Tu, sudicia bestia, come osi supporre di venire qui e imitare un uomo di Dio, scuotendo il tuo abito immondo; confessa i tuoi peccati e purifica la tua anima dalle tue lussurie e altre abominazioni, prima di pensare di rifare una cosa simile”.

Kitchell allora rivolse la sua ira contro Copley, che aveva iniziato a piangere, e pronunciò questo pungente rimprovero: “Ipocrita, tu sapevi, sapevi dove si trovava l’opera vivente di Dio, ma per amore del piacere hai acconsentito a ingannarti da solo”.

Le conseguenze

Kitchell congedò prontamente la congregazione. Pratt, deluso, montò sul suo cavallo e ritornò subito a Kirtland. In seguito, egli riassunse la visita in questi termini: “Noi adempimmo questa missione, secondo il comandamento ricevuto, presso l’insediamento di uno strano popolo vicino a Cleveland, nell’Ohio, ma essi rifiutarono completamente di udire o osservare il Vangelo”7. Dopo questo episodio, i contatti tra la Chiesa e gli Shaker furono rari e solitamente tesi.

Rigdon rimase per cena, prima di tornare a Kirtland quella sera, lasciando una copia della rivelazione a Kitchell. Copley, nel frattempo, rimase a North Union quella sera e ripartì per la sua fattoria il giorno seguente. Le sue speranze di convertire alcuni dei suoi precedenti fratelli erano tristemente infrante. Quell’incontro lo aveva scosso a tal punto che, al suo ritorno a Thompson, egli recedette da un accordo precedentemente stipulato con il quale aveva permesso ad alcuni membri della Chiesa provenienti da Colesville, nello stato di New York, di vivere nella sua fattoria.

Dopo la sua missione presso gli Shaker, l’esitante Copley continuò a vacillare per molti anni nella sua devozione alla Chiesa restaurata. Alla fine, si separò permanentemente dalla Chiesa all’incirca nel 1838 e rimase in Ohio per il resto della sua vita.

  1. Lawrence R. Flake in “A Shaker View of a Mormon Mission”, BYU Studies vol. 20, numero 1 (Autunno 1979): 95. Se non diversamente specificato, le citazioni di questa storia sono tratte da un estratto del diario di Ashbel Kitchell, così come trascritto nell’articolo di Lawrence R. Flake.

  2. Joseph Smith, “History, 1838–1856, volume A-1 [23 December 1805–30 August 1834]”, 112, josephsmithpapers.org.

  3. “John Whitmer, History, 1831–ca 1847”, 26, josephsmithpapers.org.

  4. La data di questa rivelazione è basata sulla ricerca di Michael Hubbard Mackay e Gerrit Dirkmaat per il volume a cura di Michael Hubbard MacKay, Gerrit J. Dirkmaat, Grant Underwood, Robert J. Woodford, William G. Hartley, Documents, vol. 1: July 1828–June 1831, Primo volume della serie Documents di The Joseph Smith Papers, a cura di Dean C. Jessee, Ronald K. Esplin e Richard Lyman Bushman e Matthew J. Grow (Salt Lake City: Church Historian’s Press, 2013).

  5. “Revelation, 7 May 1831 [D&C 49],” in Revelation Book 1, 80–81, josephsmithpapers.org; vedere anche Dottrina e Alleanze 49:2, 15, 19, 22.

  6. “Revelation, 7 May 1831 [D&C 49],” 80, josephsmithpapers.org; vedere anche Dottrina e Alleanze 49:4.

  7. The Autobiography of Parley Parker Pratt, One of the Twelve Apostles of The Church of Jesus Christ of Latter-day Saints, a cura di Parley P. Pratt jr (Chicago: Law, King, and Law, 1888), 65.