Storia della Chiesa
‘Interrompo ogni altro affare’: i primi missionari


“Interrompo ogni altro affare”: i primi missionari

D&C 42, 75, 79, 80, 84, 99

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John Murdock

John Murdock iniziò a predicare il Vangelo immediatamente dopo essere stato battezzato nel novembre del 1830, uno dei diversi convertiti che studiò con Oliver Cowdery, Parley P. Pratt, Ziba Peterson e Peter Whitmer jr. quando si fermarono nella zona di Kirtland, in Ohio, durante la prima organizzazione dell’opera missionaria della Chiesa.1 “Essendo pieno di domande, interrompo ogni altro affare”, scrisse Murdock, “e mi dedico completamente al ministero”. Nel giro di quattro mesi, grazie a lui “circa settanta anime” si unirono alla Chiesa.2 Ad aprile del 1834, quando si unì al Campo di Sion, Murdock mancò da casa quasi ininterrottamente per tre anni, per predicare il Vangelo.

Nel gennaio del 1831, Jared Carter, un conciatore ventinovenne di Chenango, New York, partì per un viaggio d’affari, pensando di mancare per diverse settimane. Durante il viaggio, sentì parlare del Libro di Mormon. Il libro gli causò un “grande stupore”, ma lo lesse e pregò sinceramente perché il Signore “[gli mostrasse] la veridicità del libro”. Si convinse immediatamente che era una rivelazione di Dio. In seguito scrisse: “Ebbe una tale influenza sulla mia mente che non pensavo affatto a portare avanti i miei affari. […] Mi resi conto di non essere affatto qualificato per alcun affare fino a quando non mi dedicai ad aiutare la Chiesa di Cristo”.3 Tre mesi dopo, Carter si trasferì con la famiglia nella zona di Kirtland.4 Sentendo che “predicare il Vangelo era un [suo] dovere indispensabile”, partì nel settembre di quell’anno per la prima di diverse missioni negli Stati Uniti orientali, le quali lo tennero occupato continuamente per i successivi tre anni.5

Jared Carter e John Murdock non furono gli unici. Abbracciando il nuovo messaggio della Restaurazione, altri uomini accettarono la chiamata a predicare come proprio “dovere indispensabile”. Il mandato missionario ebbe origine nella rivelazione come “chiamata e comandamento”. Il Signore dichiarò, infatti: “Ogni uomo che lo accetterà con tutto il cuore possa essere ordinato e mandato”.6

Proprio come la rivelazione richiese l’opera missionaria, l’opera missionaria condusse a ulteriori rivelazioni. Dottrina e Alleanze mostra il modo in cui il Signore edificò su ciò che i primi membri della Chiesa sapevano già sull’opera missionaria e diede alla Sua chiesa, nel tempo, un sistema missionario incredibilmente caratteristico.

La cultura della predicazione del XIX secolo

All’inizio del XIX secolo, nel mondo di lingua inglese dilagò un fervore spirituale senza precedenti, diffuso da numerose chiese e da numerosi movimenti religiosi. Era comune vedere missionari di varie fedi, soprattutto alla frontiera americana. Innumerevoli predicatori, ricercatori, evangelisti e ministri laici lavoravano senza posa per portare il proprio messaggio alle persone.7 Quella dei Metodisti — una setta alla quale una volta appartenevano molti dei primi Santi degli Ultimi Giorni — era piuttosto prolifica, basando il proprio successo sul sistema dettagliato di missionari itineranti.8 Molti altri credenti, sia per iniziativa personale sia in rappresentanza di un gruppo, partivano con poco altro che il desiderio aqrdente di proclamare il Vangelo man mano che lo comprendevano essi stessi.

La maggior parte di questi innumerevoli predicatori seguiva il modello del Nuovo Testamento, viaggiando “senza borsa, senza sacca da viaggio”9, chiedendo cibo e riparo lungo la via a coloro che ascoltavano il loro messaggio. Molti offrivano il battesimo; alcuni predicavano semplicemente la necessità di una riforma spirituale o di una restaurazione religiosa. I loro messaggi erano biblici e urgenti, a volte venivano accolti e a volte no. Per gli abitanti locali, una riunione di predicazione era un’occasione per essere intrattenuti e per socializzare, a prescindere da quanto fossero interessati al messaggio. Se tra i messaggeri in visita e i ministri locali scoppiavano delle scintille, le cose si facevano più interessanti.

I Santi degli Ultimi Giorni conoscevano bene questi modelli e li adottarono o ne adottarono molti. Sapevano, però, che avevano qualcosa di più da offrire: una nuova rivelazione, un nuovo libro di Scritture e l’autorità restaurata da Dio. Tale cocente testimonianza spingeva moltissimi uomini come Jared Carter e John Murdock a “[interrompere] ogni altro affare” e dedicare il proprio tempo al ministero, convertendo tantissime altre persone che, in cambio, li aiutavano a diffondere la Parola.

I fondamenti della rivelazione

Anche se i primi missionari Santi degli Ultimi Giorni utilizzarono alcune pratiche delle altre chiese, diverse rivelazioni fornirono i fondamenti della loro opera missionaria all’inizio del 1830. La rivelazione, chiamata a volte la “legge della Chiesa” (Dottrina e Alleanze 42) si rivolgeva agli “anziani della […] chiesa” e stabiliva procedure di base.10 “E voi andrete innanzi col potere del mio Spirito, predicando il mio Vangelo, a due a due, nel mio nome, e alzerete la voce come col suono di una tromba, proclamando la mia parola come angeli di Dio”, comandò il Signore.11

Gli anziani dovevano dichiarare il pentimento e battezzare ed edificare, così, la chiesa di Dio in ogni regione. Dovevano insegnare i “principi del Vangelo” della Bibbia e del Libro di Mormon e osservare “le alleanze e gli articoli della Chiesa” (ovvero, le direttive che si trovano in Dottrina e Alleanze 20). Cosa più importante, dovevano insegnare “come […] guidati dallo Spirito”. Il Signore insegnò: “Se non ricevete lo Spirito, non insegnerete”12. Un’altra rivelazione agli “anziani della […] chiesa”, Dottrina e Alleanze 43, ribadiva l’istruzione: “Alzate la voce e non risparmiatevi”. Gli anziani dovevano essere “istruiti dall’alto” e dovevano dichiarare un urgente messaggio di avvertimento: “Preparatevi per il gran giorno del Signore”13. Nell’autunno del 1832, un’importante rivelazione sul sacerdozio, che ora è Dottrina e Alleanze 84, dava istruzioni più dettagliate per i missionari — stabilendo il modello del Nuovo Testamento che stavano seguendo, esponendo i messaggi che dovevano dichiarare e rassicurandoli sul potere e sulla protezione di Dio.14

La missione di John Murdock nel Missouri

La conferenza della Chiesa di giugno 1831, tenuta a Kirtland, offrì un’incredibile opportunità a molti anziani di mettere in pratica i modelli rivelati. A ventotto uomini, oltre a Joseph Smith e Sidney Rigdon, fu comandato per rivelazione (ora Dottrina e Alleanze 52) di partire, “a due a due”, per il Missouri. La conferenza successiva della Chiesa si sarebbe tenuta lì e la località specifica scelta per la città di Sion sarebbe stata resa nota.15 John Murdock fu incaricato di viaggiare con Hyrum Smith verso Detroit.16

Questa chiamata giunse in un periodo di grande sofferenza per Murdock. Solo cinque settimane prima sua moglie, Julia, era morta dopo aver dato alla luce due gemelli, un maschio e una femmina. Emma Smith aveva partorito due gemelli lo stesso giorno, ma i bambini non erano sopravvissuti. Joseph Smith chiese a Murdock di lasciare che lui ed Emma crescessero i neonati orfani di madre.17 Quella toccante decisione lasciava comunque Murdock con tre figli piccoli da crescere — due maschi e una femmina, dai sei anni in giù — nel bel mezzo del suo pressante impegno verso l’opera missionaria. Quando giunse la chiamata nel Missouri, egli prese accordi con altri membri perché si occupassero dei bambini e partì, quasi senza rendersi conto che non sarebbe tornato per almeno un anno.

Quello fu un anno estremamente duro per Murdock. Percorse un territorio che era fondamentalmente selvaggio. Un giorno, scrisse, lui e Hyrum “[guadarono] il torrente Mudy per cinque metri, immersi fino alla cintola nel fango su cui c’erano cinque centimetri d’acqua con i serpenti, correndo nel fango con viti spinose che tagliavano le gambe”. Quando finalmente gli uomini uscirono dal torrente, dovettero percorrere poco meno di un chilometro prima di trovare abbastanza acqua per togliersi il fango dai piedi e dalle gambe e potersi curare le ferite.18 Attraversando il Mississippi, Murdock “[si bagnò] i piedi” e presto si ammalò molto. Murdock stava ancora male quando lui e il suo collega incontrarono Joseph Smith nella Contea di Jackson; soffrì per il resto della sua missione e la cattiva salute ritardò il suo ritorno a Kirtland.19 Ciononostante, scrisse che predicò molto e battezzò tante persone.

Murdock e i suoi colleghi missionari mormoni furono anche respinti e contrastati da molti. Una volta Murdock trascorse “metà della giornata a cercare di organizzare una riunione” a Detroit, ma “non [riuscì] a trovare qualcuno disposto ad ascoltare”. Un uomo, scrisse Murdock: “[lo] costrinse a lasciarlo a casa per predicargli il Pentimento”20. Egli notò anche diverse situazioni in cui ministri scortesi sfidavano gli anziani a discutere, a volte con rabbia.

Quando tornò dai suoi figli nel giugno del 1832, Murdock scoprì che non andava tutto bene. La famiglia che si prendeva cura del figlio più grande lasciò la Chiesa e chiese di essere pagata per aver tenuto il bambino, la famiglia che si occupava dell’altro figlio si era trasferita nel Missouri e la famiglia che si prendeva cura della figlia “non voleva più tenerla” ed esigeva di essere pagata. La sua “piccola Julia”, una dei gemelli, “era florida per le cure di Emma e Joseph, ma non il suo fratellino. Il mio figlioletto Joseph era morto”, scrisse Murdock. “Quando il Profeta fu tirato giù dal letto dalla plebaglia a Hyrum, il bambino, che aveva il morbillo, dormiva con lui”. Anche se il bersaglio era il profeta, la folla aveva arrecato danno al bambino. “Quando strapparono il telo al bambino, egli si ammalò e morì. Sono nelle mani del Signore”, aggiunse Murdock, riferendosi ai componenti della plebaglia.21

Murdock rimase a casa due mesi, “a confermare e rafforzare la chiesa e a riacquistare la salute”, prima di partire di nuovo per adempiere la chiamata ricevuta per rivelazione nell’agosto del 1832 di “andare nelle regioni dell’est” e proclamare il Vangelo.22 Prima, però, il Signore istruì Murdock di vedere che “[fosse] provveduto ai [suoi] figli e [che fossero] fatti salire, con gentilezza, al vescovo di Sion”23. Questa volta ci vollero due anni prima che Murdock e i suoi figli si riunissero. Putroppo, poco dopo il suo arrivo nel Missouri, Murdock ricevette la notizia che sua figlia, Phebe, di sei anni, si era ammalata di colera. “Avevo visto i miei figli in buona salute”, scrisse, “ma il distruttore aveva dato inizio alla sua opera”. John si prese cura della sua figlioletta per diversi giorni, ma ella morì il 6 luglio.24 Pochi mesi dopo, egli partì per un’altra missione, questa volta diretto in Ohio.

Le esperienze di John Murdock mostrano la combinazione di iniziativa individuale e mandato divino che motivarono gli inizi dell’opera missionaria mormone. A volte gli uomini partivano per i propri affari e decidevano di predicare sulla base di un desiderio personale, spinti dallo Spirito o in obbedienza alle aspettative generali riguardo al fatto che gli anziani dovevano “[levare] la voce”, altre volte erano incaricati per rivelazione che li chiamava per nome e specificava un campo di lavoro. Molte di queste rivelazioni, come Dottrina e Alleanze 75, 79, 80 e 99, oggi fanno parte delle Scritture.

Jared Carter: “Verso est”

Come John Murdock, Jared Carter andò in missione sia per chiamata formale che per iniziativa personale. Nell’autunno del 1831, mentre John Murdock era ammalato nel Missouri, Carter decise di svolgere una “missione verso l’est” con un collega e arrivò presto a Benson, la sua città natale nel Vermont. Secondo un altro modello tipico dei missionari Santi degli Ultimi Giorni, la sua intenzione era quella di condividere la fede che aveva appena trovato con i suoi “contatti” — i suoi parenti e i suoi amici.25 Arrivato a Benson alla fine di ottobre, Jared “iniziò [immediatamente] a tenere delle riunioni” e a esortare le persone “a pregare sinceramente il Signore per conoscere la veridicità di quest’opera”. La maggior parte delle persone ridicolizzarono il suo messaggio e si opposero al suo impegno, ma, scrisse Jared: “Coloro che continuarono a invocare il nome del Signore si convinsero presto che l’opera era vera e furono battezzati”26. Le ventisette persone convertite grazie all’impegno di Jared Carter avevano fatto parte della setta dei Battisti del libero arbitrio a cui appartenevano i parenti di Carter. La loro notevole casa di riunione di pietra, con il soffitto a volte, divenne presto un luogo di riunione di Santi degli Ultimi Giorni.27

Carter lavorò nella zona per quasi tre mesi. Nel suo diario sono riportate diverse situazioni di “manifestazioni di guarigione” miracolose dopo che egli benedì gli infermi.28 Questo era un altro modello degli inizi dell’opera missionaria dei Santi degli Ultimi Giorni. Gli anziani testimoniavano che i doni dello Spirito erano attivi nella nuova Chiesa ed erano la dimostrazione della promessa secondo cui il Signore avrebbe mostrato “miracoli, segni e prodigi a tutti coloro che [credevano nel Suo] nome”29. Quei doni furono di beneficio agli stessi anziani, spesso provvedendo una guida specifica nel loro lavoro. A gennaio — nel bel mezzo dell’inverno del New England — Jared riprese a viaggiare, seguendo i suggerimenti dello Spirito riguardo a quale direzione prendere. Avendo seguito l’impressione di andare in una determinata città. Jared fu sorpreso di incontrare suo fratello, il che gli risparmiò una deviazione di oltre ottanta chilometri.30

Jared tornò a casa in Ohio l’ultimo giorno di febbraio del 1832, “essendo stato in missione cinque mesi e oltre”31. Alcune settimane dopo fece visita a Joseph Smith “per chiedergli la volontà del Signore riguardo il ministero della stagione successiva”32. La rivelazione che ne risultò, Dottrina e Alleanze 79, gli disse di “[recarsi] nuovamente nelle regioni orientali, di luogo in luogo e di città in città, col potere dell’ordinazione con la quale [era] stato ordinato”33. Egli partì il 25 aprile e rimase via per sei mesi, lavorando in lungo e in largo nel Vermont e a New York, ottenendo un discreto successo. Carter scrisse: “[Il Signore] mi ha benedetto con covoni e con salute e benedetto sia il Suo nome”.34

L’impegno delle donne

Dato che erano gli uomini a essere ordinati a partire e a predicare, il contributo delle donne all’inizio dell’opera missionaria può essere meno evidente. Anche tale impegno, però, era fondamentale. Un evento avvenuto durante la seconda missione di Jared Carter nel Vermont ne è un ottimo esempio. Nel luglio del 1832, egli scrisse di aver fatto visita a suo cognato Ira Ames, “che a quel tempo si convinse della veridicità del Libro di Mormon e voleva essere battezzato”35.

La storia, però non finisce qui. Ira Ames aveva sentito parlare del Vangelo due anni prima da sua madre. Nell’agosto del 1830, Ames ricevette una lettera da sua madre, Hannah, con la quale lo informava che lei e diversi parenti (incluso Jared Carter) erano stati battezzati. Ames aveva già sentito parlare dei mormoni da altri e aveva provato un certo interesse, ma la lettera di sua madre ebbe un potente effetto. “Leggere la lettera di mia madre fu come essere attraversato da un fulmine, essa destava ogni sentimento della mia mente, l’effetto fu potente”, ricordò. Questi sentimenti lo spinsero a pregare per ottenere una testimonianza del fatto che “la lettera e ciò di cui parlava fossero vere o false”. In risposta, una “calma limpida” gli pervase la mente.36 La visita di Jared Carter quasi due anni dopo diede a Ira la prima opportunità di agire in base a quella testimonianza.

Molte donne della Chiesa aiutarono i familiari e gli amici, spesso via lettera, rendendo testimonianza della propria fede e invitando i propri cari a unirsi a loro. “Posso dire che se tu conoscessi le cose di Dio e [se potessi ricevere] le benedizioni che ho io dalla mano del Signore, non penseresti che venire qui sia una cosa difficile”, scrisse Phoebe Peck di Independence, nel Missouri, nell’agosto del 1832, a una “affezionata sorella”. Continuò scrivendo: “Il Signore sta rivelando i misteri del regno dei cieli ai Suoi figli”37. Rebecca Swain rese testimonianza alla sua famiglia del fatto di aver sentito le testimonianze della famiglia Smith e “degli stessi tre testimoni” riguardo al Libro di Mormon.38 Tali testimonianze trovarono di sicuro persone ricettive in molte occasioni ed è probabile che Jared Carter non fosse stato l’unico anziano mormone a mietere il raccolto seminato dalle donne.

  1. Vedi Dottrina e Alleanze 28:8-10 ; 30:5_8 ; 32:1-5

  2. John Murdock, diario dattiloscritto, 1, Church History Library, Salt Lake City; ortografia e punteggiatura modernizzate.

  3. Jared Carter, diario dattiloscritto, 1, Church History Library, Salt Lake City; ortografia e punteggiatura modernizzate. Alcuni errori nella versione dattiloscritta sono stati corretti facendo riferimento alla versione originale scritta a mano.

  4. Nel suo diario Carter si riferisce costantemente a Kirtland chiamandola “Kirkland”.

  5. Jared Carter, diario dattiloscritto, 4.

  6. Dottrina e Alleanze 36:4, 7

  7. Nathan O. Hatch, The Democratization of American Christianity (New Haven, Connecticut: Yale University Press, 1989) 1–16.

  8. John H. Wigger, Taking Heaven by Storm: Methodism and the Rise of Popular Christianity in America (New York City: Oxford University Press, 1998), 48–79.

  9. Luca 22:35.

  10. All’epoca gli uffici del sacerdozio e la terminologia erano ancora in fase di sviluppo. Quello di anziano era l’unico ufficio, che noi oggi chiamiamo Sacerdozio di Melchisedec. Articoli e alleanze (Dottrina e Alleanze 20) trattava l’ufficio di anziano come il più alto della Chiesa, dato che gli anziano potevano ordinare gli uomini a tutti gli altri uffici ed erano designati quali autorità preferite nella conduzione delle riunioni (vedi Dottrina e Alleanze 20:38–60). Questa dichiarazione rivelata della prima struttura della Chiesa non parla di Sacerdozio di Melchisedec o di Aaronne o di sacerdozio “maggiore” o “minore”.

  11. Dottrina e Alleanze 42:6.

  12. Dottrina e Alleanze 42:6–14

  13. Dottrina e Alleanze 43:1, 16, 20.

  14. Dottrina e Alleanze 84:62–120.

  15. Dottrina e Alleanze 52:2, 5; 9–10.

  16. Dottrina e Alleanze 52:8–9. Jared Carter, appena arrivato a Kirtland, non fu chiamato a partire; la rivelazione diceva che doveva essere ordinato sacerdote (vedi Dottrina e Alleanze 52:38).

  17. Emma Smith chiese a John di non dire ai bambini di essere stati adottati. Egli soddisfò la richiesta per molti anni e poi iniziò una corrispondenza con sua figlia Julia adulta, quando lui aveva 67 anni, dichiarando di esserne il padre naturale e offrendole una benedizione prima di morire se avessero trovato il modo di incontrarsi (vedi Marjorie Newton, “Father of Joseph’s Daughter: John Murdock”, Journal of Mormon History, vol. 18, n. 2 [1992], 189–193).

  18. John Murdock, diario dattiloscritto, 4.

  19. Murdock non descrive la sua malattia nel dettaglio, ma in altri episodi parla di febbre malarica, tremore e altri sintomi che si verificavano a intermittenza, suggerendo che si trattasse di malaria o di qualcosa di simile.

  20. Diario di John Murdock, 15 giugno 1831, pagina 3, Church History Library, Salt Lake City.

  21. John Murdock, diario dattiloscritto, 11; punteggiatura modernizzata.

  22. Dottrina e Alleanze 99:1.

  23. Dottrina e Alleanze 99:6.

  24. John Murdock, diario dattiloscritto, 36.

  25. Jared Carter, diario dattiloscritto, 6–7.

  26. Jared Carter, diario dattiloscritto, 7; ortografia modernizzata.

  27. Erik Barnouw, “The Benson Exodus of 1833: Mormon Converts and the Westward Movement”, Vermont History, vol. 54, n. 3 (estate 1986), 142.

  28. Jared Carter, diario dattiloscritto, 7–8.

  29. Dottrina e Alleanze 35:8.

  30. Jared Carter, diario dattiloscritto, 8. Egli non nomina questo fratello.

  31. Jared Carter, diario dattiloscritto, 9.

  32. Jared Carter, diario dattiloscritto, 9.

  33. Dottrina e Alleanze 79:1.

  34. Jared Carter, diario dattiloscritto, 9.

  35. Jared Carter, diario dattiloscritto, 18.

  36. Ira Ames, autobiografia e diario, immagine 16, Church History Library, Salt Lake City.

  37. Phebe Peck, lettera ad Anna Pratt, 10 agosto 1832, Church History Library, Salt Lake City; pubblicata anche in Janiece Johnson, “‘Give Up All and Follow Your Lord’: Testimony and Exhortation in Early Mormon Women’s Letters, 1831–1839”, BYU Studies, vol. 41, n. 1 (2002), 92–93.

  38. Rebecca Williams, lettera a Isaac Swain, in Johnson, “‘Give Up All and Follow Your Lord’”, 100.